
Il sindacalista e la storia
Giorgio Bnevenuto
Bruno Chiavazzo
"Non mi piace la parola autocritica. Dobbiamo essere onesti con noi stessi: le sconfitte ci stanno nella vita, ma non le risolviamo con un processo che diventa quasi sempre autoassoluzione. Perdere non vuol dire che si debba abbandonare la battaglia. Bisogna ricreare fiducia, consenso, valutare, correggere aprirsi alle altre opinioni, avere pazienza e avere un approccio riformista ai problemi. La lotta di classe? I sindacalisti non sono agitatori politici ma negoziatori. Occorre sapersi confrontare con gli altri, mai umiliare il proprio antagonista, mai stravincere, ma offrire sempre una via di uscita. Non siamo numeri o individui ma persone come ci ricordano due tradizioni culturali, quella socialista e quella cattolica. Soprattutto dobbiamo coltivare uno spirito positivo. Guardare avanti, saper reagire, migliorarsi, non temere le sfide del futuro, del progresso, dell’innovazione. Dobbiamo recuperare il valore della conoscenza, per soddisfare la domanda di giustizia e combattere le diseguaglianze. Il precariato a cui sembrano condannati i giovani, in realtà è il precariato della nostra vita. Siamo tutti precari, è precario il pensiero, è precaria la vita, anche i sentimenti sono precari. Manca un pensiero forte per cui valga la pena battersi e lottare".
Giorgio Benvenuto- Pagine: 160
- Collana: Studi e Saggi
- Tematica: Politica
- Codice ISBN: 978-88-8421-356-6